Presentazione del libro “SONO SCESI I LUPI DAI MONTI”, di Piero Tarticchio, con la presenza di Toni Concina

Si è tenuta il 3 maggio, con grande successo di pubblico, una manifestazione finalizzata alla presentazione dell’ultimo libro del giornalista e scrittore istriano Piero Tarticchio, che ha introdotto personalmente la sua opera, leggendone alcune pagine. 

La serata è stata l’occasione per avere come ospite anche il Presidente della Associazione Dalmati nel mondo, Toni Concina. 

 

Oltre 100 persone, tra i quali molti giovani amici o figli di esuli, hanno seguito con interesse e talora, con emozione, i diversi interventi. Il Presidente del Circolo, che fortemente ha voluto la manifestazione, ha ricordato brevemente gli antefatti che portarono, poi, alla perdita di due regioni (l’Istria e la Dalmazia) che erano state da duemila anni romane, veneziane e poi italiane. 

 

In particolare l’Italia, che nella prima fase della seconda guerra mondiale aveva combattuto al fianco della Germania, l’8 settembre 1943, aveva chiesto e sottoscritto un armistizio. Tale proposta di non belligeranza non era stata accettata  dai tedeschi nè dai partigiani, che avevano continuato a combattere. 

In particolare i partigiani comunisti jugoslavi spalleggiati dai compagni italiani, avevano attaccato la penisola istriana accanendosi contro tutto ciò che rappresentava l’Italia e la religione cattolica, con il dichiarato proposito di annettere alla nascente Jugoslavia quelle terre italiane da secoli.  

 

Furono trucidati tutti i funzionari in servizio nelle sedi statali; furono uccisi preti e suore perché il comunismo era ateo; ci si accanì contro la popolazione italiana, che pure rappresentava la maggioranza degli abitanti, ma che era indifesa. Le retate avvenivano di notte, quando i prescelti venivano portati via sfondando le porte o facendosele aprire con pretesti vari. 

 

Migliaia di persone in Istria , ma anche a Fiume e Zara, sparirono da un giorno all’altro, fatte annegare, internate nei lager jugoslavi, fucilate dopo processi farsa o gettate vive nelle foibe: orride cavità presenti nel terreno e profonde centinaia di metri. Questa mattanza ebbe una sosta negli anni in cui i tedeschi presero l’Istria e la Dalmazia, ma ricominciarono a guerra finita. 

 

Agli italiani rimasti vivi, non restò che fuggire con ogni mezzo per raggiungere l’Italia e i campi profughi che li aspettavano. E se da un lato salvarono la vita, dall’altro persero tutti i beni che avevano. Migliaia di case di italiani furono espropriate con trascrizioni false, centinaia di migliaia di ettari di italiani furono occupati e devastati da popolazioni fatte affluire dal sud della Jugoslavia. 

 

Scapparono di notte, in barca, lungo i sentieri con i soli vestiti che avevano addosso. Molti finirono in campi profughi indecorosi, promiscui, freddi. Ricevettero da una Italia povera un’accoglienza fredda o indifferente: gran parte di essi, abituati da sempre a lavorare, riuscirono dopo molti mesi a trovare una occupazione e a ricostruirsi una vita decorosa. 

 

E’ in queste vicende che si inserisce il libro di Piero Tarticchio, che ancor bambino, perse sei parenti uccisi dai comunisti. Il suo racconto della notte in cui i titini portarono via suo padre ed il ricordo del giorno in cui non lo vide più alla finestra del carcere, hanno commosso lui stesso e tutta la platea. Chi vive con questo peso addosso e riesce a dedicare la propria vita alle vicende della propria terra, ai problemi degli esuli, ai vuoti della sua famiglia sterminata barbaramente (e fa tutto questo soffrendo, ma senza provare rancori), meriterebbe sicuramente dall’Italia riconoscimenti molto maggiori di quelli ricevuti. 

 

La conferenza si è conclusa con un bell’intervento di Toni Concina che ha aggiornato la platea sullo stato delle comunità italiane che stanno rinascendo in Dalmazia e Montenegro ed aprono scuole, asili, persino licei, con il contributo del Governo italiano e con i finanziamenti delle Regioni Veneto e Friuli. Sono piccoli segnali importanti, ha sottolineato Concina, come l’italiano sia una lingua apprezzata, usata e studiata anche in un territorio che 70 anni fa visse un esodo tragico. 

 

Il successo della serata e l’interesse per le vicende di queste pagine di storia a lungo nascoste indurranno il Circolo a studiare nuovi spettacoli su questo argomento per l’anno prossimo.



I protagonisti dell'incontro: da sinistra il vicepresidente del Circolo, Giovanni Ortolani, l'autore, Piero Tarticchio, il presidente del Circolo, Stefano Becich
e il Presidente della Associazione Dalmati nel mondo, Toni Concina

















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